VERBANIA - 23-01-2024 -- Residenze fittizie per ottenere il ricongiungimento dei parenti che si trovavano all’estero. È questo il meccanismo che, secondo la Procura di Verbania, tra il 2020 e il 2021 è stato orchestrato nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola da un gruppo di persone del nord Africa. Falso e, per un funzionario pubblico, favoreggiamento, sono i reati contestati nel procedimento che oggi s’è aperto, in udienza preliminare, di fronte al gup Rosa Maria Fornelli.
Tutto è partito da Domodossola, da due appartamenti situati nella centrale via Briona nei quali, in rapida successione, hanno fissato la propria residenza 16 persone di nazionalità straniera, tutti magrebini. Si presentavano all’Ufficio dei servizi demografici, depositavano la richiesta di registrazione anagrafica e, dopo il controllo di rito e l’ottenimento del domicilio in Ossola, avviavano l’iter per autorizzare i parenti a raggiungerli in Italia. Un iter che passa da questura e prefettura.
Quando il meccanismo è stato scoperto, sono partite le indagini che hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio di 17 persone, tra cui 16 beneficiari delle pratiche e il funzionario pubblico che avrebbe falsificato la firma di un superiore per mandare avanti la pratica e che, così sostiene la Procura, consapevolmente avendo avuto contatti telefonici con gli imputati.
All’udienza odierna ci si è arenati di fronte a questioni giuridiche: notifiche non pervenute a tutti e la dichiarata incompatibilità di un avvocato verso il cliente. Il procedimento è stato aggiornato a maggio, ancora in atti preliminari, con la possibilità per alcuni di patteggiare.