VERBANIA - 23-01-2024 -- Stupisce e per certi versi spiazza, almeno tra gli alleati, la decisione del Partito democratico di tenere le primarie interne (non di coalizione) tra i due aspiranti candidato sindaco dei dem. Più che la scontata disfida tra Riccardo Brezza e Roberto Gentina, rispettivamente assessore e capogruppo, ciò che sta destabilizzando il centrosinistra sono le primarie. E non solo perché, solo venerdì mattina il segretario cittadino Giacomo Molinari le aveva escluse parlando a Centro riformista (Italia Viva, Azione e +Europa) e ad Alleanza civica con cui ha intavolato una trattativa per una candidatura condivisa alle elezioni comunali di giugno, ma perché questo confronto interno blocca, di fatto tutti.
I tempi delle primarie, che pure sono previsti per statuto, sono lunghi. Nell’unico precedente, nel 2014, Silvia Marchionini la spuntò su Diego Brignoli a fine febbraio, tre mesi prima del voto, quando però ormai era chiara la coalizione (Carlo Bava andò per conto suo col raggruppamento di sinistra Una Verbania possibile) e dopo che il testa a testa era stato ufficializzato già a novembre. Oltretutto in un contesto politico in cui il Comune era commissariato e il centrodestra si presentava diviso e oltremodo indebolito.
Ammesso e non concesso che si brucino i tempi e si voti in non più di due mesi -ci vorrà pur sempre almeno un mese per fare “campagna elettorale”- quale tempo resterà per trattare con la coalizione? Perché ciò che in casa Pd ignorano, volutamente o meno, è che se si vuole costruire un rapporto con gli altri bisogna discutere attorno ai nomi altrui e non è detto che Brezza o Gentina vadano bene a tutti. Il rischio è che, mentre il Pd organizza le sue primarie, altri scelgano una strada diversa, riducendo l’alleanza anziché aumentarla.