VICENZA – 17.02.2016 – Un’altra banca popolare
beffa i suoi azionisti e svaluta a tutto spiano. L’amara medicina sorbita a fine 2015 dagli azionisti di Veneto Banca – tantissimi anche nel Vco e nel Novarese – che nel passaggio da coop a spa del loro istituto di credito hanno visto il valore delle azioni crollare da 30,9 (ma era stato anche 39,5) a 7,3 euro, oggi se la devono bere i “cugini” della popolare di Vicenza. Il cda dell’altra banca veneta finita nell’occhio del ciclone per le operazioni di rifinanziamento e prestito e per aver dovuto svalutare centinaia di milioni di crediti ha fissato il suo diritto di recesso, stabilendo che è di 6,30 euro, cioè ancor meno di Veneto Banca con un crollo percentuale, viceversa, assai più marcato che, considerando che un’azione della Vicentina valeva 62,5 euro, è del 90%. Come per Veneto Banca il diritto di recesso, cioè la facoltà di un socio di non aderire al passaggio in spa e chiedere indietro il suo denaro, è frenato dalla mancanza di fondi per il rimborso, ragion per cui anche questa cifra è teorica. Mai, come in questo caso, il detto “Se Sparta piange, Atene non ride” è quanto mai azzeccato.