VERBANIA - 18-01-2024 -- Dei tre indagati, due medici e un’infermiera di una clinica del basso Verbano, solo uno è a processo. Il doppio proscioglimento decretato dal gup in udienza preliminare lascia solo il consulente di medicina interna a sostenere il procedimento penale in cui è a giudizio per omicidio colposo. Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Nicola Mezzina, il medico che nel giugno del 2021 era incaricato del turno notturno, è responsabile di un comportamento negligente che ha determinato il decesso di un paziente.
L’uomo, 69 anni, era ricoverato per problemi legati al Parkinson. Aveva problemi di deambulazione, era un po’ insofferente verso quella degenza ed era stato invitato a muoversi utilizzando il deambulatore. Nella notte tra il 2 e il 3 giugno, quando entrò in servizio il personale che avrebbe sovrinteso ai pazienti durante la notte, sulla cartella medica era stata annotata una caduta. Nessuno, tuttavia, sospettava che avesse prodotto traumi tali da portarlo, l’indomani mattina, a essere trasferito d’urgenza all’ospedale, dove morì giorni dopo in conseguenza di quei problemi.
La gravità dei traumi e la loro ricostruzione è stata affidata, in fase di indagini, a periti medici che hanno convinto la Procura che le cadute furono più d’una e che, ignorate, hanno portato a quei traumi in conseguenza dei quali è poi sopraggiunto il decesso.
Inizialmente l’indagine s’è chiusa con la richiesta di rinvio a giudizio di due medici e un’infermiera. Il gup ne ha rinviato a giudizio solo uno, nei confronti dei quali è iniziato il processo che ha visto sfilare i primi testimoni.
I familiari del paziente deceduto hanno ottenuto un risarcimento e hanno revocato la costituzione di parte civile.