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VERBANIA - 16-01-2024  - Mille giorni dopo, il processo. Sono passati più di tre anni (per la precisione 969 giorni) dal disastro del Mottarone. Poco dopo il mezzogiorno di domenica 23 maggio 2021, in una bella giornata di primavera, la cabina numero 3 della funivia, nel tratto Alpino-vetta, a pochi metri dalla stazione di arrivo si arrestò nel vuoto e, dopo una frazione di secondo, scivolò vorticosamente all’indietro lungo la fune portante, senza che i freni di emergenza entrassero in funzione. Giunta al primo traliccio scarrocciò, volò nel vuoto e piombò con fragore nel pendio sottostante, tra il prato e il bosco. A bordo vi erano quindici persone, tutti passeggeri. Tredici persero la vita sul colpo, due -entrambi bambini- furono elitrasportati vivi a Torino: uno decedette in ospedale e l’altro, di allora sei anni, sopravvisse ed ha pienamente recuperato dalle ferite.

Per quel fatto, al termine di una lunga e articolata attività di indagine, la Procura di Verbania chiama ora a giudizio sei persone e due società, accusate a vario titolo di reati quali omicidio colposo plurimo, lesioni colpose gravissime, attentato alla sicurezza dei trasporti, rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro e falso.

Gli imputati, per i quali domani si aprirà alle 10 l’udienza preliminare, sono riconducibili a Ferrovie del Mottarone e Leitner. La prima è la società che gestiva la funivia e che, nel 2015, con la seconda capofila -poi diventata solo manutentrice- ha contribuito a rinnovare e ammodernare l’impianto. Sono a giudizio il socio unico e amministratore unico Luigi Nerini, il direttore tecnico Enrico Perocchio (anche dipendente Leitner) e il caposervizio Gabriele Tardini. Per la multinazionale altoatesina sono chiamati in causa il presidente del cda Anton Seeber, il consigliere delegato Martin Leitner, e il dirigente e responsabile del customer service Peter Rabanser.

Secondo l’accusa, che ne ha discusso con le parti nel lungo incidente probatorio che ha, di fatto, chiuso la fase di indagini, sono responsabili del disastro, le cui cause sono riconducibili alla mancata manutenzione dovuta ai controlli assenti. La causa tecnica è stata accertata nel disinserimento manuale dei freni di emergenza che non si sono azionati quando il cavo traente -fortemente usurato e indebolito all’altezza di una delle teste fuse- s’è spezzato, lasciando la cabina libera di scivolare lungo la portante.

L’udienza preliminare di domani si concentrerà con ogni probabilità su questioni legali e sulla costituzione delle parti civili. I parenti delle vittime sono stati parzialmente risarciti dall’assicurazione di Ferrovie del Mottarone, che ha messo a disposizione il massimale, e da quanto hanno trattato i legali di Leitner. Se tali accordi hanno portato alla non costituzione di pate civile -anche solo verso uno o alcuni soggetti- lo si vedrà domani, quando si faranno avanti come danneggiati Regione e comune di Stresa.

L’udienza preliminare ha lo scopo di definire riti alternativi (patteggiamento, rito abbreviato) o di stabilire il rinvio a giudizio degli imputati, così come chiesto dalla Procura.

Il luogo scelto per l'udienza è la sala congressi della Casa della Resistenza di Fondotoce, più ampia rispetto alle aule del Tribunale di Verbania e capace di accogliere tutte le parti coinvolte.

 


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