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VERBANIA - 11-01-2024 -- Si allungano i tempi del ricorso dei cacciatori contro l’ampliamento del Parco nazionale della Val Grande. Ieri al Tar s’è tenuta l’udienza nella quale il legale del Comprensorio alpino Vco 1, che ha impugnato di fronte alla giustizia amministrativa il decreto con cui il presidente della Repubblica ha ratificato l’allargamento dei confini dell’ente parco, ha scelto di rinunciare all’istanza di sospensiva. Ha preferito fissare ad altra data e ad altra udienza, da fissare e sicuramente nei mesi a venire, la discussione di merito, senza passare dalla fase cautelare. È, infatti, facoltà di chi ricorre chiedere ai giudici di sospendere l’efficacia dei provvedimenti in attesa che vengano discussi. I giudici lo possono fare se sussistono il fumus boni iuris (la ragionevole previsione che il ricorso possa essere accolto o che, comunque, non sia del tutto infondato) e il periculum in mora (un danno irreparabile prodotto dal provvedimento), senza che abbia ripercussioni sulla sentenza finale, peraltro appellabile al Consiglio di stato.

In ottobre era arrivato al termine il lungo iter per l’ampliamento del Parco, suggellato dal decreto firmato da Sergio Mattarella che ha ufficialmente fatto rientrare nella riserva naturale l’intero abitato di Caprezzo, ma anche i comuni di Verbania, Vogogna e di Ornavasso.

Un allargamento che non piace ai cacciatori, che si sono visti ridurre gli spazi per l’attività venatoria (nel parco è vietato sparare e anche solo portare le armi) e che lamentano di aver subito l’ampliamento, senza concertarlo.

 


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