1

cota roberto

Il caso Ferragni imperversa. Prima era considerata un modello da seguire, degna del prestigioso riconoscimento dell’Ambrogino d’Oro; poi, dopo la multa inflitta dall'Antitrust per il caso del Pandoro Balocco, un cattivo esempio, una persona da evitare, con i contratti di collaborazione disdettati da clienti illustri, da ultimo quello con la Coca-Cola.

In molti si sono esercitati nel dare postumi e scontati giudizi morali. Penso che Chiara Ferragni sia una imprenditrice e che come tale abbia il diritto di avere successo e di guadagnare soldi utilizzando il suo nome ed il suo brand. Non ho mai pensato che fosse da annoverare tra le benefattrici di stampo francescano. Chi lo ha fatto, ha sbagliato.

La esigenza, semmai, è quello di essere chiari relativamente alle vendite commerciali che vengono associate ad iniziative di beneficenza: nel caso del pandoro della beneficenza era stata fatta, ma si trattava di un versamento una tantum e non legato ai singoli panettoni venduti, mentre nella comunicazione era stata fatta intendere un'altra cosa. Ecco il motivo della sanzione. Chiara Ferragni si difenda nelle sedi competenti rispetto alla multa che le è stata inflitta. Se del caso, la paghi e stia più attenta la prossima volta. Comunque, non mi sembra il caso, in nome delle crociate del giorno dopo, di buttare a mare il suo talento imprenditoriale.

Buona domenica e buona settimana.

Roberto Cota

 


Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Se prosegui nella navigazione di questo sito acconsenti l'utilizzo dei cookie.