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VERBANIA – 16.02.2016 – Sì alla discussione

sul forno crematorio, no (per ora) alla decadenza del consigliere Gianluca Zappoli. La conferenza dei capigruppo di Verbania riunita ieri ha fissato per lunedì 22 febbraio il primo Consiglio comunale del 2016. Un Consiglio che s’annuncia meno animato rispetto a quanto ci si attendesse. Risolto infatti il “caso” Immovilli con le dimissioni da presidente della Victor Intra, non avrà sviluppi immediati il “caso” Zappoli. Non essendo scaduti i termini per la contestazione al consigliere “assenteista”, il presidente del Consiglio comunale Marco Bonzanini ha scelto di rinviare il voto di decadenza, sollevando le proteste di chi – in minoranza ma anche nel Pd – sollecita da tempo Bonzanini a non “far melina”.

S’è invece chiusa la vicenda Immovilli, anche se il capogruppo di “Con Silvia per Verbania”, Filippo Marinoni, avrebbe voluto ugualmente “espellerlo” dal Consiglio comunale per non aver rimosso l’incompatibilità nei 10 giorni che gli erano stati assegnati. A spegnerne le velleità è stato il segretario generale Agata Papiri, che gli ha ricordato che il termine non è perentorio. In aula si voterà la presa d’atto del ritiro dell’incompatibilità.

In discussione, come chiesto da un quinto dei consiglieri comunali, ci sarà la revoca dell’esternalizzazione del forno crematorio che renderebbe nullo il referendum.

Il clima politico non è comunque disteso, come hanno dimostrato le “scintille” nate durante la riunione quando il consigliere di Sinistra & Ambiente Renato Brignone ha chiesto la possibilità di invertire, nell’ordine del giorno, due mozioni entrambe a sua firma. Un cambio tecnicamente “neutro”, che non avrebbe comportato tempi più lunghi o prevaricato altri gruppi, che è stato respinto dal neocapogruppo Pd Marco Tartari. Tartari che aveva esordito sostenendo che lo stesso Brignone non aveva diritto a ripresentare un’interpellanza già presentata due volte e per la quale aveva ricevuto risposta (per l’interpellanze assolutamente insufficiente) dal sindaco. L’appunto è stato presto superato per l’incompetenza della conferenza dei capigruppo a discutere della sostenibilità di interpellanze, mozioni o ordini del giorno, nonché in contrasto con il potere di iniziativa che la legge affida ai consiglieri e che non può essere in alcun modo ridotto.

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