VERBANIA - 16-12-2023 -- “Se l’avessi saputo prima…”. È con rammarico, nella consapevolezza d’aver agito appena venuto a conoscenza dei fatti, che l’agente assicurativo di Omegna che scoprì importanti ammanchi tra i suoi clienti, racconta al giudice di come quella situazione abbia sorpreso tutti. Al Tribunale di Verbania è a processo un subagente di 43 anni, all’epoca dei fatti residente nel Cusio -oggi trasferitosi nel sud Italia, al paese d’origine- accusato di una serie di truffe ai danni dei clienti per oltre 200.000 euro. Parte delle contestazioni, che vanno dal 2015 al 2019, sono prescritte ed è già certo che alcuni dei 19 capi di imputazione (tanti sono coloro che hanno subito un danno, alcuni dei quali costituiti parte civile) finiranno in cavalleria, ma per gli altri il dibattimento procede ed è attesa una sentenza entro metà 2024.

Ieri davanti al giudice Beatrice Alesci ha testimoniato l’agente assicurativo che aveva assunto l’imputato. “Lo conoscevo perché impiegato in un’altra compagnia – ha raccontato –. Mi disse che voleva cambiare e passare a libero professionista, senza impegni d’orario. Trovammo un accordo e lo assunsi. Perché voleva cambiare? Non lo chiesi, ma se avessi saputo i motivi…”.

Il nuovo subagente prese servizio nel giugno del 2017 e solo due anni dopo furono accertati i primi ammanchi, tutti riconducibili a polizze vita. Dalla segnalazione di alcuni clienti emerse che l’assicuratore aveva proposto regolari contratti per polizze ad accumulo che i clienti avevano pagato con assegno o con bonifico, ma non sul conto dell’agenzia: s’era trattenuto il denaro. “Per noi le polizze erano inesistenti, non potevamo saperlo” – ha detto l’agente, confermando che nel momento in cui gli approfondimenti con i clienti avevano accertato quelle condotte, l’aveva allontanato rompendo il contratto e presentando denuncia.