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tribunale 17

VERBANIA - 07-12-2023 -- Uno ha risposto alle domande, l’altro s’è avvalso della facoltà di non rispondere. Entrambi hanno chiesto la revoca -o una misura meno afflittiva- dell’ordinanza di custodia cautelare che, dall’altro ieri, li restringe ai domiciliari nelle proprie abitazioni. Si sono tenuti nel pomeriggio di oggi, di fronte al gip Mauro D’Urso, gli interrogatori di garanzia del portalettere e del suo medico di famiglia arrestati per falso, truffa ai danni dello Stato e corruzione.

Secondo il procuratore capo Olimpia Bossi il postino, 46enne originario della Campania, da quasi due anni in mutua su autorizzazione del 62enne dottore di cui è mutuato, pur impossibilitato a lavorare per problemi di salute, era di fatto un collaboratore del bar di Verbania di cui è titolare il figlio. I carabinieri della sezione di pg che hanno condotto le indagini coordinati dal procuratore l’hanno controllato appostandosi e ripreso mentre serviva ai tavolini del bar.

Sarebbe, nell’ipotesi accusatoria, non solo un’assenteista che avrebbe frodato a Poste italiane (che pur essendo una spa è equiparata a un ente pubblico) qualche migliaio di euro di stipendio, ma avrebbe anche corrotto il medico accompagnandolo per due volte all’aeroporto di Malpensa.

Il dottore, che effettua servizio nell’alto Verbano, difeso dall’avvocato Clarissa Tacchini ha risposto alle domande del gip e s’è sottoposto all’interrogatorio. Il portalettere, seguito dall’avvocato Paolo Pinzone, s’è invece avvalso della facoltà di non rispondere.

Il giudice s’è riservato una decisione sulla richiesta di revoca della misura entro cinque giorni.

 

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