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VERBANIA - 06-12-2023 -- “Non so proprio di chi state parlando…”. Con un sorriso, tra lo stranito e lo stupito, così ha commentando la sua convocazione al Tribunale di Verbania il detenuto che stamane la polizia penitenziaria ha tradotto da Milano. Il giudice Marianna Panattoni attendeva Antonio Di Fazio, il manager farmaceutico balzato agli onori delle cronache nazionali perché, arrestato per violenza sessuale nel 2021 (avrebbe narcotizzato una stagista per abusarne) è stato poi condannato per altri cinque casi di stupro a 15 anni e mezzo, ridotti a 9 in Appello. A Verbania è chiamato come teste nel procedimento penale per mancato versamento dei contributi da parte di un’azienda del ramo farmaceutico con sede operativa in città con la quale collaborava e per la quale -così ha riferito, testimoniando, la figlia dell’amministratrice, all’epoca dipendente- avrebbe dovuto lui provvedere a quell’incombenza.

Il giudice l’ha citato per oggi e, sapendo che era detenuto, ha chiesto alla cancelleria di notificargli il provvedimento. Che, per un caso di omonimia, è stato ricevuto da un altro Antonio Di Fazio anch’egli detenuto in carcere a Milano. La Penitenziaria l’ha accompagnato a Verbania ma, una volta di fronte a magistrato, pm e avvocato, è parso chiaro a tutti che non aveva nulla a che vedere col processo. È stato quindi fatto alzare dal banco dei testimoni e riconsegnato agli agenti che l’hanno riportato a Milano, lasciandogli come ricordo di questa giornata un’uscita vista lago.

Il procedimento è stato aggiornato a marzo, quando sarà ricitato il Di Fazio corretto, questa volta a cura della difesa.

 


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