VERBANIA - 03-12-2023 -- Un vigile mi ha detto che in quel bar si spaccia. Posta così, una mezza rivelazione -un pettegolezzo- ma anche una curiosità da soddisfare, la frase riportata da due fratelli di Gracvellona Toce e giunta all’orecchio del titolare, l’aveva fatto imbufalire. Non accettava una simile maldicenza e, accertatosi di aver individuato da chi provenisse, chiese che fosse punita con la presentazione di una denuncia. Diffamazione è il reato per il quale i due fratelli gravellonesi sono stati mandati a giudizio davanti al giudice di pace Elisabetta Ferrario che, ascoltate le testimonianze e la richiesta di condanna dell’accusa (500 euro di ammenda ciascuno) e della parte civile (il barista, che ha chiesto un risarcimento di 5.000 euro), ha invece deciso che prevalesse la tesi difensiva secondo cui quella voce era solo tale e averla comunicata non aveva lo scopo di diffamare, ma di approfondire se il fatto segnalato -lo spaccio nel locale pubblico- fosse reale.