ASCOLI P. - 01-12-2023 -- L’incidente aereo tra caccia militari in cui morirono quattro ufficiali dell’Aeronautica, tra cui il capitano oleggese Mariangela Valentini, non fu responsabilità di chi, a terra, sovrintendeva all’esercitazione. L’ha stabilito oggi, al termine del processo di primo grado, il Tribunale di Ascoli Piceno, competente perché lo schianto avvenne nei cieli di Venarotta, in terra marchigiana.
Dalla base aerea di Ghedi il 19 agosto del 2014 decollarono Freccia 11 (l’equipaggio era composto da Alessandro Dotto ai comandi e da Giuseppe Palminteri) e Freccia 21, pilotato da Valentini, affiancata da Paolo Piero Franzese. In provincia di Brescia, sotto la responsabilità del maggiore Bruno Di Tora, comandante del 154esimo gruppo e responsabile della pianificazione, operava il pari grado Fabio Saccotelli, verbanese classe 1976, capocellula dell’area target.
I due velivoli si scontrarono in volo e i quattro ufficiali persero la vita. Secondo l’indagine interna condotta dall’Aeronautica, la responsabilità dello scontro fu di Freccia 21. Ad analoga conclusione giunse la Procura di Ascoli Piceno, che chiese l’archiviazione delle accuse di omicidio colposo per Di Tora e Saccotelli. L’opposizione dei familiari fu accolta dal gup, che ne ha disposto il rinvio a giudizio. Nel processo celebrato nelle Marche il procuratore capo aveva chiuso la requisitoria chiedendo l’assoluzione per il comandante e una condanna a dodici mesi (pena sospesa) per il verbanese. Stamane il giudice ha letto la sentenza che li assolve entrambi.
Dal processo sono nel frattempo usciti, perché risarciti dietro accordo con l’Aeronautica, i familiari di Dotto e Palminteri. Non hanno ricevuto indennizzo i parenti del capitano Valentini e del collega Franzese.