VERBANIA - 22-11-2023 -- “Lo sanno anche i sassi”. Spiega così, con le stesse parole che erano state scritte da un attivista su una chat di whatsapp di simpatizzanti del Movimento 5 stelle, l’avvio dell’inchiesta giornalistica che lo portò a pubblicare un video-servizio su Facebook per il quale è stato denunciato e mandato a processo per diffamazione aggravata.
L’imputato è Antonio Ciurleo, difeso dall'avvocato Carlo Crapanzano, impiegato delle Ferrovie ma da trent’anni giornalista pubblicista per diverse testate locali e, in tempi recenti, animatore della pagina Facebook “L’altra informazione”.
È attraverso questa che, nell’autunno del 2020, mise in dubbio la regolarità di un concorso per l’assunzione di un bibliotecario al comune di Domodossola. Il bando iniziale, riservato a diplomati di scuola media (categoria B), venne ritirato e riproposto con la qualifica della maturità (livello C).
Prima che le prove si chiudessero, il pubblicista disse che si sapeva già il nome della vincitrice. “Che, in effetti, vinse – ha detto al giudice Beatrice Alesci- era arrivata terza allo scritto e, con un esame orale eccezionale, diventò prima. Il suo nome circolava da mesi, in città e anche tra i dipendenti comunali. Più persone mi contattarono e mi chiesero di scriverlo. Io, inizialmente, li invitai a rivolgersi all’autorità giudiziaria”.
Nessuno lo fece finché non fu egli stesso a provvedere. “Ho presentato un esposto di cui non ho mai rivelato l’esistenza, né l’ho pubblicizzato perché non volevo che fosse strumentalizzato”. Anche perché, da lì a qualche mese, Ciurleo si candidò sindaco del capoluogo ossolano, alla testa di una lista civica.
L’esposto, in seguito al quale è stato aperto un fascicolo dalla Procura di Verbania, non ha avuto seguito. Il sostituto Sveva De Liguoro coordinò le indagini che concluse ritenendo che non vi fosse nulla di anomalo e archiviò la notizia di reato.
Ha avuto, invece, un iter diverso la querela della giunta di Lucio Pizzi, assista dall'avvocato Christian Ferretti, che riscontrando un danno di immagine da quel servizio e ritenendo che non vi fosse alcun dubbio sul proprio operato, lo denunciò per diffamazione.
Il processo è alle battute finali e sono stati esauriti i testi. Prima si è ascoltata la testimonianza di una dipendente comunale, che voleva partecipare al concorso ma che poi ci ha rinunciato. In deposizione ha confermato i "rumors" sul potenziale vincitore del concorso ancor prima della chiusura del bando per la presentazione delle domande. L’ultima testimone, oggi, è stata la segretaria comunale domese, che ha negato di aver ricevuto pressioni di alcun tipo e ha spiegato le modalità con le quali fu avviata la selezione pubblica.
Ha concluso il giornalista che, sottopostosi all’esame e pur avvalendosi del segreto professionale sul nome delle fonti che gli avevano segnalato il nome della vincitrice in anticipo, ha ribadito di aver raccontato quanto letto negli atti e le coincidenze di quel concorso per il quale gli venne il sospetto che fosse stato in qualche modo orientato. Discussione e sentenza sono calendarizzate per il 16 febbraio.