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CANNOBIO - 22-11-2023 -- Un chilo d’oro tra gioielli, orecchini e monete. In un sacchetto una 78enne svizzera ripose tutto quanto di valore aveva in casa in quel momento e, presa l’auto, si recò a Cannobio per consegnarlo come risarcimento per l’incidente stradale che il figlio aveva provocato, investendo un bambino. Era il mese di maggio e, al di qua del confine, andò a segno una truffa cosiddetta del falso nipote.

L’anziana aveva ricevuto a casa la telefonata della sedicente nipote che, informandola del grave sinistro occorso al padre (figlio di lei) le aveva passato una presunta poliziotta che le aveva suggerito di consegnare la più alta somma a disposizione al momento ai parenti del bambino investito. Il luogo della consegna era in Italia, a Cannobio. Ed è da lì che i carabinieri hanno avviato l’indagine che ha portato all’arresto di un 54enne pregiudicato residente a Novara.

A lui gli inquirenti sono arrivati analizzando i filmati della videosorveglianza e individuando l’automobile a bordo della quale si sono presentati all’appuntamento in due. Da qui il gip ha disposto, su richiesta della Procura di Verbania, l’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri. Sono in corso gli accertamenti per identificare l’altro complice e i basisti.

Dietro alle truffe del falso nipote, molto diffuse negli ultimi tempi, c’è una vera e propria organizzazione internazionale, con telefonisti in paesi dell’est Europa che battono a tappeto gli elenchi del telefono per individuare, anche con un’azione di social engineering, le vittime da contattare e alle quali raccontare una storia credibile che, con il timore che a un congiunto sia accaduta la disgrazia, porta a consegnare il denaro.

 

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