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VERBANIA - 16-11-2023 -- La patente era certamente falsa, ma lui non lo sapeva perché, oltre ad averla pagata dopo aver prenotato on-line, era andato in Polonia per partecipare al corso, concluso positivamente con il superamento dell’esame. Si difende dicendo d’essere vittima d’un inganno il cittadino russo residente nel Verbano che, nel 2021, presentò alla Motorizzazione civile di Domodossola la richiesta di conversione di una licenza di guida polacca. Alla ricezione dell’istanza i funzionari dell’ente pubblico contattarono la Polstrada, che in quel periodo aveva ricevuto parecchie segnalazioni di casi simili. Gli agenti fissarono un appuntamento per chiedere -con una scusa- all’utente di portare di persona il documento in suo possesso, fino a quel momento citato soltanto nella pratica telematica avviata dall’agenzia.

In ufficio si presentò la moglie del russo che, consegnata la patente polacca, se la vide sequestrare. Le successive indagini rivelarono che quel documento, ben confezionato al punto che -fu scoperto in un secondo momento- a un precedente controllo stradale era stato accettato senza alcun indugio proprio dalla polizia era totalmente inesistente, anche nel numero seriale.

Da qui il rinvio a giudizio per falso, reato che l’imputato ritiene di non aver commesso volontariamente. Oggi davanti al giudice Marianna Panattoni ha testimoniato la moglie, che ha raccontato la storia del corso scoperto on-line. Poiché il marito, oltre al russo, parla il polacco – ha detto – s’è iscritto, recandosi poi a Cracovia a sostenere l’esame, superato il quale la patente l’ha ricevuta a casa per posta.

 


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