VERBANIA - 09-11-2023 -- Al giudice servirà sentire nuovamente due testimoni per poter decidere sulla colpevolezza o l’innocenza della 37enne imprenditrice che, al Tribunale di Verbania, è a processo per omicidio colposo, per l’infortunio mortale nel quale perse la vita un operaio di 32 anni.
Nella tarda estate del 2019 allo stabilimento di Malesco della Acque Terme Vigezzo fervevano i lavori. I diritti di imbottigliamento delle acque minerali ossolane -con la relativa attività- erano stati rilevati dalla Fabriella Group, società del settore con sede in provincia di Vibo Valentia. Dalla Calabria erano saliti alcuni lavoratori per la riapertura della fabbrica. Manutenzioni ordinarie e straordinarie erano in corso il pomeriggio in cui i colleghi trovarono riverso a terra, accanto a un cancello, il corpo Di Gianluca Demasi, vibonese dipendente della Fabriella. Era vivo ma in condizioni critiche, con fratture multiple alla spina dorsale. Il 118 lo soccorse e, in elicottero, lo trasportò all’ospedale “Maggiore” di Novara, dove morì qualche giorno più tardi.
Del fatto non c’è alcun testimone oculare diretto. I colleghi hanno riferito sin da subito ai funzionari dello Spresal dell’Asl che Demasi era stato visto per l’ultima volta sano e integro pochi minuti prima mentre, sulla sommità di una scala “a libro” –trovata, in seguito, chiusa accanto al corpo–, stava pitturando un’insegna a poco meno di tre metri di altezza dal suolo. Per la Procura quell’infortunio mortale è responsabilità del datore di lavoro, mandato a processo nella persona della legale rappresentante della società. La difesa, però, sostiene che la dinamica, così come è stata ricostruita, non è corretta. Il consulente medico ha rilevato che le lesioni, gravissime, sono ascrivibili a una caduta da almeno dieci metri di altezza, mettendo in discussione l’intero impianto accusatorio.
Il procedimento s’è aperto di fronte al giudice Antonietta Sacco, che l’ha poi lasciato alla collega Ines Carabetta. La quale, oggi, ha sciolto la riserva sugli ulteriori testi da sentire decidendo di prolungare il dibattimento all’escussione della funzionaria dello Spresal che seguì le indagini e a un operaio che era presente sul posto.