VERBANIA - 08-11-2023 -- Due anni e un mese, con 5.000 euro di risarcimento provvisionale. S’è chiuso con una condanna il processo di primo grado per atti persecutori che ha visto imputato un 51enne ossolano, opposto alla ex convivente e accusato di atti persecutori, anche nei confronti di un dipendente di lei. Divorziato e con due bambini avuti dal precedente matrimonio, nel 2018 iniziò una relazione con la donna -dalla quale ha poi avuto un figlio- di cui si era innamorato. La fine di quel rapporto, quattro anni dopo, non è mai stata accettata dal 51enne, che ha iniziato a seguirla, a insultarla e a minacciarla, ponendo in atto i comportamenti tipici dello stalking, interrotti solo quando, aperto un procedimento del cosiddetto “codice rosso”, dopo aver violato il divieto di avvicinamento è finito arrestato. Da qualche settimana è stato nuovamente condotto nella casa circondariale di Pallanza a seguito di un arresto in flagranza per l’evasione dai domiciliari.
Accusato di aggressioni fisiche e psicologiche, pur ammettendo alcune condotte ingiuriose, ha negato di averla pedinata e, soprattutto, di averle messo le mani addosso. Il pm Anna Maria Rossi, ricostruendo i numerosi episodi di vessazioni, compreso quello in cui l’imputato se l’è presa con un dipendente della ex convivente che pensava fosse suo amante (circostanza peraltro smentita), ha chiesto la condanna a tre anni, che il giudice Marianna Panattoni ha contenuto a due anni e un mese, riconoscendo alla parte civile una provvisionale di 5.000 euro, oltre alle spese legali.