VERBANIA - 01-10-2023 -- Quell’avvallamento nel piazzale di ingresso di una fabbrica di Verbania, inciampando nel quale un altro operaio s’era già fatto male in precedenza, era davvero pericoloso. Se ne rese conto, a sue spese, l’addetta alla portineria che, nel 2021, uscì per indicare al mezzo di una ditta esterna impegnata in manutenzioni ordinarie dove posteggiare per non arrecare fastidio ai mezzi pesanti in entrata e in uscita. Rientrando nel suo ufficio, inciampò e cadde rovinosamente, allungando le mani per proteggersi il volto. Nel toccare terra si procurò due fratture al polso di una mano e all’altro braccio. I colleghi la soccorsero immediatamente e chiamarono l’ambulanza che la condusse al Dea, dove la radiografia confermò purtroppo le fratture. Per l’operaia, che nel frattempo è andata in pensione, l’Inail aprì una pratica di infortunio sul lavoro che ha portato, poiché la prognosi è stata considerata superiore ai 40 giorni, all’indagine dello Spresal e alla trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica.
L’avvallamento è stato eliminato e la pavimentazione ripristinata come da prescrizioni dello Spresal, che ha individuato nel direttore dello stabilimento il responsabile dell’infortunio sul lavoro, mandato a giudizio dalla Procura. La parte offesa, che non ha mai sporto querela e che è stata risarcita dall’Inail, concluso il periodo di infortunio è rientrata al lavoro. Quale sia stata la durata della malattia è l’oggetto del procedimento penale. Se, come sostiene la difesa che ha portato a testimoniare un perito medico, fosse inferiore ai 40 giorni e le fratture si fossero saldate entro quel periodo, il reato sarebbe improcedibile senza la denuncia.