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VERBANIA - 31-10-2023 -- Secondo il Tribunale di sorveglianza, che concedendogli gli arresti domiciliai l’aveva autorizzato ad andare a lavorare in Svizzera, l’orario in cui poteva lasciare l’abitazione era ampio. Ma, alle 19, non gli era in alcun modo permesso sgarrare. Eppure, in una sera di fine luglio del 2021, un frontaliere ossolano condannato per atti persecutori non si fece trovare al domicilio dai carabinieri. La pattuglia dell’Arma gli suonò il campanello poco dopo le 20, incontrando soltanto la moglie, che spiegò di non averlo visto rincasare. Prese informazioni su eventuali ritardi dei treni o su circostanze che avrebbero potuto inficiarne il rientro dalla Svizzera senza avere riscontri e, su disposizione del comandante di stazione, effettuò a distanza di un’ora l’uno dall’altro, altri controlli, finché alle 2,50, fu trovato nel suo letto, in stato di ebbrezza alcolica. Dopo il lavoro, infatti, s’era fermato a fare bisboccia in qualche locale, violando il provvedimento restrittivo che, aggravato subito dopo la denuncia con la traduzione in carcere, gli è costato un processo per evasione, chiuso con la condanna a un anno di carcere, poco meno dell’anno e tre mesi chiesto dal pm.

 


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