VERBANIA - 31-10-2023 -- Dopo averlo sentito raccontare la sua versione, il pubblico ministero ha chiesto al giudice di disporre una perizia psichiatrica, negata dalla difesa che la ritiene discriminatoria. Già oggetto di precedenti procedimenti giudiziari -con una condanna di primo grado- è di nuovo a giudizio per furto e vilipendio di tombe il 65enne ossolano di origine milanese che, a Domodossola, è oggetto da tempo delle attenzioni della polizia municipale, che monitora il cimitero del capoluogo, nel quale sono stati denunciati furti di suppellettili alle tombe e piccoli danneggiamenti.
Telecamere, pattugliamenti e appostamenti hanno dato il loro esito nella notte tra il 16 e il 17 maggio dell’anno scorso, quando l’uomo fu trovato all’interno del camposanto, fermato, identificato e denunciato anche per il possesso di un coltello. Difeso dall’avvocato Marco Viggiani, l’imputato si difende negando di aver mai toccato le tombe. Al giudice Ines Carabetta ha spiegato di essere impegnato nel contrastare “operativi occulti” che gettano malefici sulle persone inconsapevoli. Malefici che lui lotta per respingere. “Quelli di Villadossola sono particolari – ha detto –. Ho annotato su un bloc notes 27 targhe e sapevo che quella notte ci sarebbe stata una ‘manifestazione’ al cimitero. Non volevo entrare, ma sono stato costretto a farlo per fermarli e, quando si sono chiusi i cancelli, ho atteso che venissero riaperti. Il comandante dei vigili mi ha trovato così, vicino alla porta, ma io non ho toccato le tombe”.
La colpa, sostiene, sarebbe degli “operativi”. “Io mi limito a respingere i loro malefici – ha aggiunto –. È difficile da capire per chi non conosce l’occultismo, ma queste manovre operative non prevedono di toccare le tombe e gli oggetti che uso, lumini e conca di vetro, li compro io, sono personali”.
L’uomo non ha un lavoro, né un reddito e vive dei risparmi ottenuti con la vendita di un immobile. A Domo sostiene di svolgere “sorveglianza civile”, pattuglia il quartiere ricevendo in cambio un pasto ogni tanto e qualche euro e, nel racconto reso in aula, s’è dimostrato convinto di questa realtà occultista, la cui narrazione ha fatto ritenere al pm Maria Portalupi che sia necessario sottoporlo a perizia psichiatrica. Per l’avvocato Viggiani è discriminazione: così come un cristiano crede in Gesù, il mio cliente ha diritto a credere nell’occulto e, non per questo, deve essere ritenuto affetto da una patologia.
Il giudice s’è riservata una decisione, aggiornando il procedimento a febbraio 2024.