VERBANIA - 28-10-2023 -- Si aprirà il 17 gennaio, in udienza preliminare, il processo per il disastro funiviario del Mottarone. A 969 giorni di distanza da quella maledetta domenica (il 23 maggio 2021), inizierà il percorso per l’accertamento delle responsabilità dell’incidente che ha provocato 14 morti e il ferimento di un bambino, unico superstite.
Il luogo scelto per l’avvio della fase giudiziaria è la sala convegni della Casa della Resistenza, a Fondotoce, ampia a sufficienza per accogliere tutte le parti, dotata di impianti per la registrazione e la fonodiffusione e comodamente raggiungibile anche per chi viene da fuori.
Il gup Rosa Maria Fornelli, che da qualche mese svolge le funzioni di presidente ad interim del Tribunale in attesa dell’arrivo del nuovo presidente designato, il torinese Gianni Macchioni, presiederà l’udienza che ha lo scopo di definire eventuali riti alternativi, vagliare le costituzioni di parte civile e di stabilire se rinviare a giudizio gli imputati. Che sono 8. Oltre alle due società Ferrovie del Mottarone e Leitner, sono citati i loro vertici. L’accusa di disastro colposo, omicidio plurimo colposo e lesioni gravissime è contestata a Luigi Nerini (socio unico e amministratore di Ferrovie del Mottarone, concessionario dell’impianto), Enrico Perocchio (direttore d’esercizio) e Gabriele Tadini (caposervizio); ma anche ad Anton Seber, Martin Leitner e Peter Rabanser, rispettivamente presidente e vice del consiglio di gestione di Leitner, e il responsabile del servizio alla clientela. Per i primi tre ci sono accuse aggiuntive: attentato alla sicurezza dei trasporti, rimozione o omissione di cautele contro gli infortuni sul lavoro.
Secondo la prospettazione della Procura, nell’indagine condotta dal Procuratore capo Olimpia Bossi e dal sostituto Laura Carrera, tutti sono responsabili del reato colposo che ha provocato l’incidente, ma i tre di Ferrovie del Mottarone anche di quelli dolosi avvenuti perché è stata trascurata la manutenzione ordinaria e sono stati ignorati i problemi di sicurezza.
La gran parte del processo, in realtà, è stata definita con il lungo incidente probatorio che, per mesi, ha visto le parti e i loro consulenti tecnici confrontarsi nella definizione delle cause dell’incidente. La cabina numero 3 che stava per raggiungere la stazione della vetta del Mottarone cadde perché, spezzandosi la fune traente -usurata e già compromessa, mai verificata- non entrarono in funzione i freni di emergenza, disattivati su ordine del caposervizio.
Questi fatti sono stati cristallizzati nell’incidente probatorio e non potranno più essere oggetto di confronto se e quando il processo andrà al pubblico dibattimento. Il passaggio precedente è, però, quello dell’udienza preliminare, durante la quale potrebbe esserci già sentenza se qualcuno decidesse di ricorrere al rito abbreviato. Diversamente toccherà al gup stabilire chi andrà a giudizio e chi, eventualmente, sarà prosciolto.