ROMA - 25-10-2023 -- Nessuna tenuità del fatto: il processo va rifatto. Era il 2018 quando i carabinieri fermarono l’auto di un uomo di 40 anni originario del Lazio ma domiciliato in un campo nomadi piemontese, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio. Nella perquisizione del veicolo i militari rinvennero, nascosti nell’airbag, una serie di grimaldelli e di altri oggetti utilizzati per lo scasso, per il cui possesso non seppe fornire alcuna giustificazione. Mandato a processo dalla Procura di Verbania e condannato in primo grado dal Tribunale, l’uomo ha presentato appello e, la Corte di Torino, ha modificato il giudizio, dichiarando il proscioglimento per lieve tenuità del fatto, giudicando l’episodio non rilevante.
Contro quella sentenza ha ricorso la Procura generale di Torino che ha sottolineato come non fosse sufficiente la lettura dei fatti per valutare se sussistesse la lieve tenuità, ma che si dovesse guardare al contesto. Una tesi, questa, accolta dalla Cassazione, che ha annullato la sentenza della Corte d’Appello e ha rimandato a Torino il procedimento per un nuovo giudizio di secondo grado.