CANNOBIO - 20-10-2023 -- Vivono tra Piemonte e Lombardia i tre uomini per cui la Procura di Verbania ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di truffa aggravata. Sono i presunti autori di una grossa truffa, cosiddetta del rip deal (affare strappato), messa a segno a Cannobio nel 2021 e scoperta dai carabinieri della locale stazione. Una signora tedesca residente in Germania aveva messo in vendita su un sito specializzato nel proprio paese un camper del valore di 80.000 euro. Era stata contattata da un acquirente italiano, sedicente gioielliere, che s’era detto pronto a chiudere l’affare e che, approfittando dell’imminente vacanza che la donna -con il marito- avrebbe trascorso sul Lago Maggiore ticinese, fissò un appuntamento a Cannobio. Nel borgo dell’alto Verbano si presentarono due signori distinti, ben vestiti, che guidavano automobili importanti. Firmarono il contratto per il camper al buio, senza vedere il mezzo, e dopo aver “ingaggiato” la donna, le proposero un affare ben più redditizio. Dissero che avevano dei franchi svizzeri di cui liberarsi, che li volevano convertire in euro ed erano disposti a un cambio particolarmente favorevole. Si offrirono di consegnare, in cambio di 85.000 euro, 120.000 franchi svizzeri in contanti.
La donna acconsentì e fu fissato un secondo incontro, in un albergo di Cannobio, nel quale i presunti truffatori prenotarono una stanza e chiesero un locale appartato per trattare un affare. La signora si presentò da sola con gli 80.000 euro. L’entourage del finto gioielliere portò l’attrezzatura per contare i soldi e una valigetta contenente mazzette di banconote, che furono mostrate alla tedesca. Prima di concludere lo scambio gli italiani chiesero di poter portare il denaro in banca per una verifica e, con questa scusa, uscirono lasciando in pegno la valigetta con i franchi. Non si fecero più vedere, né sentire, facendo insorgere il dubbio che fosse stato portato a termine un raggiro, confermato poco dopo nella stazione dei carabinieri, quando i militari scoprirono che erano vere solo le prime banconote della mazzetta, sotto le quali vi erano fogli di carta.
Ricevuta la denuncia, i militari hanno avviato un’ampia e approfondita immagine che, anche grazie alle telecamere della videosorveglianza, ha portato a identificare le automobili utilizzate dai presunti truffatori per raggiungere Cannobio. Auto prese a noleggio, una delle quali intestata a un prestanome. È stata la traccia che ha portato all’identificazione dei tre uomini, domiciliati in campi nomadi, con precedenti penali, disoccupati e percettori del reddito di cittadinanza.
La Procura ne ha chiesto il rinvio a giudizio e compariranno davanti al gup il prossimo febbraio.