VERBANIA - 19-10-2023 -- Altri sei mesi, che s’aggiungono all’anno e mezzo e, restando sotto i due, gli permettono di ottenere la sospensione condizionale e di non andare in carcere. Una condanna in continuazione con un’altra precedente chiude una volta per tutte -anche perché, nel frattempo, la parte offesa è deceduta- la vicenda di degrado familiare di un 43enne del Cusio. Senza lavoro e alcolizzato, condivideva un piccolo appartamento di 40 metri quadrati con la mamma, anch’ella avvezza all’abuso dell’alcol. Un contesto sociale e personale difficile, raccontato dai vicini di casa, ma anche dal papà dell’uomo -che con lui e la ex moglie non aveva praticamente più rapporti- e dalla sorella. Un contesto in cui sono maturate tensioni, sfociate in aggressioni fisiche e psicologiche, in insulti e vessazioni sfociate in maltrattamenti.
Per questo reato il cusiano è già stato condannato in via definitiva a un anno e mezzo, pena irrogata dal Tribunale di Verbania e confermata dalla Corte d’Appello di Torino. La sentenza è diventata definitiva lo scorso luglio, mentre era in corso un altro procedimento per lesioni e maltrattamenti avvenuti in un periodo successivo che ieri è arrivato al suo epilogo. La difesa non ha contestato i fatti, rimarcando però il contesto in cui sono maturati e chiedendo, nel caso di condanna, la continuazione con la precedente sentenza, con una pena contenuta rispetto ai nove mesi chiesti dal pm che, superando i due anni totali, l’avrebbero portato in carcere.