VERBANIA - 18-10-2023 -- L’imputato soffre di delirio di rapporto sensitivo, ma può stare in giudizio e la sua malattia psichiatrica non ha avuto influenza sui comportamenti tenuti il giorno dell’arresto. È questa la conclusione alla quale Liliana Zedda, perito nominato dal Tribunale, è giunta dopo aver esaminato il 46enne ossolano accusato di più episodi di atti persecutori e, ora, a giudizio per resistenza, lesioni aggravate e utilizzo non autorizzato di oggetto atto ad offendere. Lo “stalker irresistibile”, così ribattezzato per la convinzione (a questo punto patologica) di essere affascinante al punto da far innamorare ogni donna, è a giudizio per quanto accaduto nell’aprile del 2022 a Crevoladossola. La polizia s’era recata al suo domicilio per arrestarlo e dare esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip dopo che aveva aggredito -violando il divieto di avvicinamento- il padre della sua asserita fidanzata, una donna di vent’anni più giovane di cui s’era invaghito e che credeva lo ricambiasse anche se non le aveva mai parlato.

Alla vista degli agenti, che avevano chiamato a rinforzo i vigili del fuoco con un’autoscala per accedere all’edificio in cui s’era chiuso dentro, l’uomo aveva reagito con violenza, cercando di far cadere un pompiere e minacciando la polizia con un’ascia. Raggiunto dallo spray urticante, era stato bloccato dopo un tentativo di fuga.

Era consapevole di ciò che stava succedendo – ha spiegato al giudice Beatrice Alesci la consulente tecnica, che ha chiarito come questa patologia, simile alla schizofrenia, fa apparire all’imputato una realtà diversa da quel che è, in particolare per la sfera affettiva. L’ossolano era conscio che le forze dell’ordine erano venute per lui e perché s’era avvicinato a lei e ha agito -così ha raccontato- perché spaventato e preoccupato.

Le risultanze mediche, che saranno messe a confronto con quelle del consulente di parte, saranno utilizzare nel processo, la cui discussione avverrà con rito abbreviato.