VERBANIA - 18-10-2023 -- Assolto perché il fatto non sussiste. Si chiude senza strascichi penali la querelle mediatica nata, nella campagna elettorale di Stresa del 2020, tra l’allora candidato sindaco Alfredo Macrì Del Giudice e Riccardo Fava Camillo, presidente dell’associazione Hospes. Il centro per gli studi turistici e alberghieri nato per promuovere il “Maggia” aveva organizzato una serata in cui presentare il proprio consigliere Alessandro Porrini come candidato e portatore delle istanze di Hospes nella lista “Grande Stresa” (poi arrivata seconda). All’incontro, previsto all’hotel Meeting, si presentò anche Macrì Del Giudice, rappresentante della lista concorrente. Con lui Fava Camillo aveva concordato, il giorno prima, che non ci sarebbe stato dibattito perché era un evento privato. Ciononostante intervenne e, il giorno successivo, scrisse una lettera -indirizzata anche alla prefettura e alla commissione elettorale mandamentale- in cui segnalava l’incandidabilità, a suo dire, di Porrini. La risposta, mandata per pec e ad altri contatti dal presidente Hospes, fu una ferma lettera di critica per il comportamento tenuto, definito meschino e irriguardoso, accompagnato dalla promessa che il diretto interessato non sarebbe più stato invitato ad eventi dell’associazione.

Macrì Del Giudice, sentendosi diffamato, presentò querela e la Procura ha mandato a processo Fava Camillo. Nei suoi confronti il pm ha chiesto la condanna a 1.000 euro di ammenda, sollecitata anche dalla parte civile, con richiesta di risarcimento a 10.000 euro. Il giudice ha invece accolto le tesi difensive sull’insussistenza della diffamazione, senza ricorrere all’esimente della critica politica, pure richiesta in subordine all’assoluzione piena.