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VERBANIA - 17-10-2023 -- Entrambi condannati. Due anni -da convertire in lavori socialmente utili- a lui, sei mesi -con sospensione condizionale e non menzione- a lei.

Mentre altri procedimenti sono in fase di istruzione e numerose denunce reciproche sono state presentate nei mesi scorsi, al Tribunale di Verbania è arrivato a sentenza il primo procedimento che vede coinvolti due ex conviventi ossolani. Lui ha 53 anni ed è un imprenditore; lei ne ha 47 e appartiene alle forze dell’ordine. Insieme hanno avuto un figlio dalla relazione che, dopo che s’è interrotta, è deflagrata.

Il padre del bimbo, che lamenta di non poterlo vedere e ha inscenato proteste pubbliche, è tuttora colpito da provvedimenti interdittivi e dal divieto di avvicinamento alla ex compagna, che l’ha denunciato per stalking. I fatti risalgono al 2020 e sono stati documentati in un lungo dibattimento che ha ricostruito i singoli episodi di atti persecutori: insulti ai parenti, pedinamenti, monitoraggio degli spostamenti, messaggi e chiamate ripetuti, anche dopo che era scattato il divieto di avvicinamento, la cui violazione è un’altra contestazione, insieme alle lesioni.

Quest’ultimo fatto è reciproco ed è avvenuto al Lusentino, in una giornata che doveva essere di svago sulla neve ma che è finita con un litigio verbale poi degenerato in presenza del bambino: lui ha spinto lei a terra che gli ha dato due schiaffi al volto. La donna doveva anche rispondere di sottrazione di minore per aver portato con sé il figlio a Roma senza autorizzazione.

Per questo capo di imputazione è stato lo stesso pm Anna Maria Rossi a chiedere l’assoluzione, avanzando però anche richiesta di condanna per le lesioni, oltre a due anni e nove mesi per le altre accuse a carico dell’imprenditore.

Nell’udienza odierna le parti hanno replicato e il giudice Marianna Panattoni s’è ritirata in camera di consiglio, pronunciando poi sentenza di condanna. Per il 53enne, difeso dall'avvocato Carlo Crapanzano, per tutti i capi di imputazione con una pena finale di due anni, che sarà convertita in lavori di pubblica utilità come prevede la riforma Cartabia. Per lei, difesa dall'avvocato Cristina Gulisano, per le sole lesioni, con una pena finale di sei mesi, sospesa e con il beneficio della non menzione nel casellario giudiziale. Quanto ai risarcimenti, alla donna andrà una provvisionale di 5.000 euro e all’uomo di 500.

 

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