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VCO - 17-10-2023 -- Con l'entrata in vigore, lo scorso 17 luglio, del nuovo accordo italo-elvetico sull'imposizione dei frontalieri, dalla Cgil è giunta una serata per fare il punto della situazione. S'è tenuta venerdì 13 al Kantiere di Possaccio, davanti ad un piccola ma interessata platea. “Chi cresce a Cannobio non si pone domande, sa già che andrà a lavorare in Svizzera”. Nelle parole di un giovane in platea, tutto il peso di un tema centrale, ma trascurato a livello politico.
Per i non frontalieri la domanda è soprattutto una: con la nuova imposizione fiscale converrà ancora andare a lavorare in Svizzera? Risposta non definitiva: dipende. Salario, tassazione, tempi e disagi per spostamenti sono i fattori da considerare.
Per chi invece un lavoro oltreconfine ce l'ha già, la domanda centrale resta: "Che cosa è cambiato per i frontalieri col nuovo accordo?" E la risposta è: nulla, non è cambiato nulla almeno per quelli assunti prima di luglio 2023. Da qui un'altra incognita. É troppo presto per calcolare gli effetti dell'accordo entrato in vigore tre mesi fa e che dunque interessa solo i neoassunti. E non è detto che gli effetti siano negativi, insomma, paradossalmente una tassazione più severa potrebbe favorire un rialzo dei salari almeno in Ticino, dove lo scarto con gli altri cantoni è notevole. Qui il salario medio è di 28 franchi l'ora (consideriamo il cambio euro-franchi in parità), mentre nel resto della Svizzera è 33. Ammonta invece a 19 franchi l'ora il salario minimo in Ticino (In Italia la proposta di legge popolare lo fissa a 9 euro), che presto sarà portato a 19.50.
A introdurre la serata con dati, fatti e prospettive Gigi Bacchetta (Segretario CGIL Novara VCO) che ha rimarcato la "fragilità" del VCO e la sua dipendenza occupazionale dalla Svizzera con 8mila frontalieri: 2mila impiegati in Vallese, 6mila in Ticino. Fino a qualche anno fa lo stesso numero di lavoratori era assorbito dalle tre grandi industrie del VCO. Certo, al di là delle questioni salariali, che rimangono centrali, i problemi legati alla mobilità dei frontalieri hanno un effetto importante sulla qualità della vita. Secondo uno studio sulla viabilità fatta da CGIL un giorno lavorativo su 3 c’è un problema di viabilità segnalato. E di viabilità (e dei lavori sulla 34) ha parlato in particolare Silvia Marchionini che in quanto sindaco di Verbania ha confermato la chiusura nel 2025 dei lavori messa in sicurezza della statale confermando lo slittamento dei lavori per la galleria paramassi di Cannobio.
Giangiorgio Gargantini, segretario regionale del sindacato Unia Ticino ha invece tracciato un quadro della situazione cantonale: le rivendicazioni del sindacato svizzero riguardano in particolare l'incremento salari per recuperare inflazione, dove per tre anni consecutivi l'inflazione ha eroso il potere d'acquisto dei lavoratori. I problemi di dumping salariale tra svizzeri e frontalieri e la situazione in Ticino dove gli indici di povertà sono in peggioramento nel quadro tracciato dal sindacalista elvetico.
La chiosa a Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale dei Frontalieri di CGIL che ha ripercorso tratti del nuovo accordo Italia-Svizzera e richiamato la necessità della sinergia tra tutti gli attori coinvolti attorno soprattutto per utilizzo fondi Interreg. Infine ha accennato ad un tema del quale si parla da tempo e che potrebbe essere vicino: lo statuto del frontaliere.

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