VERBANIA - 16-10-2023 -- L’imputata, che pure è accusata di un reato grave (la calunnia), a detta del suo avvocato non vuole testimoniare, né rilasciare dichiarazioni perché impaurita. S’avvicina alla conclusione il procedimento penale per calunnia che vede imputata una ventiseienne lombarda, che nel 2020 era formalmente legale rappresentante di una società attiva nel settore edilizio con sede e attività nel basso Verbano. Fu lei che tre anni fa, quando arrivò un sollecito di pagamento per l’affitto di alcune attrezzature, firmò la denuncia che, negando che il noleggio fosse stato effettuato per quella ditta, ma per un’altra riconducibile al procuratore dell’attuale. Che, insieme a un congiunto, non hanno mai risposto alle convocazioni del giudice per venire in tribunale a testimoniare, al punto che è stato necessario farli prelevare e accompagnare coattivamente dai carabinieri. La loro versione, fornita in aula, è la medesima: la giovane era l’amministratrice e l’affitto dell’attrezzatura non è mai stato in capo alla società che ella gestiva e per la quale uno era delegato a operare e l’altro lavorava come dipendente. Una circostanza, questa, da chiarire perché altri testimoni hanno riferito circostanze differenti. Uno ha raccontato che, in realtà, la ventiseienne -che all’epoca di anni ne aveva 23- non aveva alcun ruolo apicale ma che, in realtà, faceva le pulizie.