VERBANIA - 11-10-2023 -- Ha ammesso gli insulti e i tentativi di entrare in casa di lei, ma ha negato le aggressioni fisiche. Da quando quella relazione nella quale aveva riposto le aspettative di creare una nuova famiglia è andata a rotoli, la sua vita è deragliata tra denunce, divieti di avvicinamento, provvedimenti cautelari e processi. Ne è consapevole il 51enne domese accusato di stalking verso la ex convivente che -arrestato solo due giorni fa per evasione- ancora non riesce a chiudere quel capitolo della sua vita. L’ha raccontato oggi al giudice Marianna Panattoni nella testimonianza resa nel procedimento penale per atti persecutori per i quali è imputato a danno della donna e di un dipendente di lei, che pensava fosse un suo amante.
A più di un anno e mezzo dalla fine di quella convivenza durata circa quattro anni e dalla quale è nata una bambina -l’imputato ha altre due figlie dal precedente matrimonio- ha dimostrato nelle parole di non aver accettato la situazione e di non rassegnarsi al fatto che la donna abbia scelto di interrompere la relazione e di non frequentarlo. È da questa rabbia che sono scaturiti gli insulti -spesso molto pesanti-, portati di persona o via messaggio, e le intromissioni nella sua vita che, a partire dall’inizio del 2022, non si sono fermate, portando il gip a disporne gli arresti domiciliari. Di questi comportamenti, che ha anche detto non essere sempre stati volontari -ha cioè negato di averla seguita, affermando di averla incrociata talvolta per caso- in parte li ha giustificati con le provocazioni di lei che, ogni volta che lo incontrava, lo riprendeva col cellulare per documentare il fatto. Ha infine affermato di aver chiesto il trasferimento all’azienda nazionale per cui lavora, con l’obiettivo di lasciare l’Ossola per non aggravare la sua situazione.
Con l’esame dell’imputato, che spesso s’è dovuto interrompere per la commozione, s’è concluso il dibattimento. Il giudice ha rinviato per discussione e sentenza.