VERBANIA - 08-10-2023 -- Una multa di oltre 50.000 euro, il doppio del valore dell’Iva evasa, è la condanna che il pm chiede nei confronti di due cognati fermati in dogana a Domodossola nell’ottobre del 2021 con un orologio di lusso non dichiarato. Italiano il primo, israeliano il secondo, erano di ritorno con il Frecciarossa da un appuntamento che avevano avuto con una rinomata gioielleria di Ginevra, dove la moglie di uno dei due -tra di loro cognati- aveva acquistato un Audemars Piguet, un prezioso cronografo stimato 114.000 euro. Quella somma, versata in anticipo tramite bonifico bancario, proveniva dall’eredità che la donna aveva ricevuto dal padre e che, non volendo tenerla sul conto o impiegarla in operazioni finanziarie, aveva pensato di convertire in un bene durevole, effettuando un investimento.
Ciò che non si aspettava è che la Guardia di finanza e il personale delle dogane le contestassero l’evasione fiscale nel trasporto dell’orologio di lusso dalla Confederazione elvetica all’Italia. La scoperta di quel bene non dichiarato fu effettuata dalle Fiamme Gialle che, in due scompartimenti diversi del convoglio, in momenti distinti controllarono i due passeggeri. Uno aveva l’Audemars Piguet al polso, l’altro conservava nello zaino la custodia e la ricevuta. A insospettire i militari fu la comune nazionalità dei due che, interrogati, confermarono di conoscersi e di viaggiare insieme.
I cognati italo-israeliani si difendono sostenendo che non avevano nulla da nascondere, che l’acquisto era regolare e che l’orologio era destinato, non a restare in Italia, ma a finire in Israele, con la conseguenza che non sarebbe stata evasa l’Iva trattandosi di un transito.
Per la Procura, invece, quel comportamento è un illecito penale che va punito con una salata multa.