VERBANIA - 07-10-2023 -- Ormai è diventata una questione di principio, un braccio di ferro giudiziario che va avanti da dieci anni e che non si sa ancora quando si concluderà.
Era il 22 marzo del 2013 quando una donna residente a Fondotoce, nel tratto di statale 34 verso Gravellona Toce, volendo ristrutturare insieme al figlio la propria casa, chiese ad anas la regolarizzazione del passo carraio. Un accesso che aveva da sempre, da quando l’edificio fu costruito (anni ‘60) ma che, non censito, l’architetto le suggerì di sistemare.
Fu l’inizio di un tortuoso percorso burocratico, lungi dal concludersi. Più di due anni dopo quella domanda Anas, il 13 aprile 2015, scrisse negando il passo carraio poiché -motivò- ricadente a meno di 100 metri da quelli confinanti in un tratto extraurbano. La donna ricorse al Tar, che le diede ragione e annullò il diniego. Presentò una seconda istanza, che rimase in sospeso al punto da portare a un nuovo ricorso al Tar (questa volta con richiesta di risarcimento danni) risolto per difetto di interesse perché, nel frattempo -febbraio 2018- Anas aveva autorizzato.
Nell’esaminare le carte della causa, il figlio della ricorrente si accorse che, vicino alla loro proprietà, erano presenti altri quattro passi carrai non autorizzati e, pertanto, il 14 novembre del 2022 scrisse, con la madre, una lettera ad Anas, ministero delle Infrastrutture e trasporti e alla prefettura domandando la chiusura degli altri accessi. Il 5 aprile di quest’anno Anas ha comunicato che “poiché la chiusura dei passi carrai era solo una delle ipotesi normativamente previste, non era possibile provvedere (...), precisando, al contempo, che era stato attivato un apposito tavolo di confronto tra la propria Direzione Generale e i competenti uffici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per una compiuta disamina di quanto segnalato”.
Contro questo silenzio è stato depositato un nuovo e urgente ricorso al Tar, che è stato discusso nei giorni scorsi e risolto con la trasformazione in rito ordinario e il rinvio a data da definire.
Più di dieci anni sono passati dal giorno della prima domanda, presentata per zelo, e la diatriba a suon di carte bollate (anche costose) va avanti.