VERBANIA - 06-10-2023 -- Trenta giorni di tempo per elaborare e sottoporre alla famiglia un piano terapeutico adeguato, oppure lo farà un commissario ad acta. È arrivato un primo pronunciamento nella querelle sanitario-giuridica tra Asl Vco e nove famiglie con figli affetti dalla sindrome dello spettro autistico, rappresentante dall’Angsa.

Nel 2019 queste ultime citarono davanti al giudice civile del Tribunale di Verbania l’azienda sanitaria affinché le fosse ordinato di sottoporre – richiesta fino a quel momento rimasta inevasa – ai loro congiunti i trattamenti terapeutici cosiddetti Aba (Applied behaviour analysis) che, basati sull’analisi comportamentale, sono scientificamente ritenuti l’approccio migliore per assistere i soggetti autistici. Il tribunale civili si dichiarò incompetente e, dopo alcuni passaggi burocratici, la causa è stata riassunta al Tar Piemonte. Che, nei giorni scorsi, ha emesso sentenza, accogliendo parzialmente la richiesta dei genitori e di Angsa. Pur riconoscendo la validità del metodo Aba e il fatto che esso debba essere annoverato tra i Lea, i livelli essenziali di assistenza che la sanità pubblica è obbligata ad erogare, la sua applicazione non è automatica. Da qui la decisione di riqualificare il ricorso come in opposizione al “silenzio” dell’Asl, condannata a fornire un piano terapeutico adeguato entro 30 giorni. Diversamente sarà nominato un commissario per portare a termine il compito.

Per Angsa la sentenza torinese è una vittoria: “Il Tar emana il decalogo per le cure ai soggetti autistici – dice la presidente Graziella Caruso. Si tratta di un vero e proprio leading case regionale e di una battaglia di civiltà giuridica che l’Angsa Vco è orgogliosa di aver promosso e vinto a vantaggio non solo dei propri iscritti ma di tutte le famiglie dei soggetti autistici che vivono sul territorio regionale. D’ora in avanti tutte le Asl della Regione Piemonte dovranno fare i conti con le coordinate giuridiche tracciate”.