VERBANIA - 27-09-2023 -- In zona lui, 65enne della provincia di Napoli, era conosciuto dagli addetti ai lavori del settore auto. Saliva dalla provincia di Napoli, girava i concessionari alla ricerca di vetture usate da rivendere poi in Campania. Le sceglieva, contrattava, pagava e caricava su una bisarca. Almeno fino a quando, nel 2019, l’assegnò con cui acquistò tre mezzi, non risultò scoperto. L’affare era stato concluso con un concessionario d’auto del Cusio, con il quale la collaborazione andava avanti da tempo. A parte un episodio, non c’erano mai stati problemi e, così, quando il napoletano consegnò -oltre a 3.000 euro in contanti- anche un assegno da 12.000 per coprire l’acquisto, oltre che di una Fiat Punto e di una Fiat Panda 4x4, di una Volkswagen Tiguan, chi vendeva non pensava avrebbe avuto problemi, nonostante il titolo fosse -per accordo tra le parti- postdatato. La fiducia era tale che, anche senza avere i soldi materialmente sul proprio conto corrente, i titolari dell’autosalone cusiano avevano trasferito la proprietà dei veicoli, formalizzando il trapasso. Fu un errore rivelatosi fatale per il recupero del credito perché, quando si scoprì che l’assegno era scoperto, ormai era impossibile riavere i veicoli.

Nel periodo immediatamente successivo ai fatti i contatti furono mantenuti. I figli del venditore d’auto napoletano spiegarono alla controparte che il papà aveva avuto problemi di salute e, nonostante si fossero impegnati a risolvere il problema, non lo fecero mai, sparendo del tutto.

Una volta presentata la denuncia, il procedimento contro il napoletano ha fatto il suo corso e la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per tre capi di imputazione di insolvenza fraudolenta. Secondo l’accusa, quando acquistò le auto, sapeva già che non le avrebbe mai pagate.