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roma v b

ROMA - 27-09-2023 -- Le eccezioni delle difese sono state respinte: tutte le e-mail sono state ammesse come prova. È un punto a favore dell’accusa e delle parti civili la decisione del Tribunale di Roma di inserire, tra gli elementi di accusa, le comunicazioni elettroniche intercorse tra PriceWaterhousecoopers -e la sua responsabile italiana- e Veneto Banca che la Guardia di finanza ha sequestrato durante le indagini. Il processo per ostacolo alla vigilanza e falso imbastito dalla Procura capitolina e che vede alla sbarra i revisori contabili dell’istituto di credito tra il 2012 e il 2014, viaggia verso la prescrizione, di fatto già maturata per il secondo capo di imputazione.

Per il primo i tempi sono stretti e si procede a marce forzate. L’udienza di ieri, che segue di una settimana quella in cui è stato contestato l’uso delle e-mail, che per le difese sono assimilabili a intercettazioni e che, quindi, si possono acquisire solo su autorizzazione del gip, ha risolto l’impasse. Ora si può aprire la fase dibattimentale con l’obiettivo di pronunciare sentenza prima che tutte le accuse siano passate “in cavalleria”. Il processo interessa più di 10.000 ex azionsiti Veneto Banca, correntisti che si sono visti azzerare i risparmi investiti nella banca, tra cui numerosi provenienti dal Vco.

 

 

 


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