VERBANIA - 16-09-2023 -- Il caso, nell’estate del 2020, aveva avuto una vasta eco mediatica per via dell’età della persona coinvolta. La sera del 24 luglio, un venerdì da movida dopo tre mesi di lockdown, una giovanissima verbanese venne soccorsa perché in stato confusionale. Era stata male dopo aver bevuto in eccesso, finendo in ospedale per un coma etilico. A quell’epoca la ragazza, nata nel 2007, non aveva ancora compiuto i 13 anni, un’età di gran lunga inferiore a quella -i 18- oltre la quale si possono acquistare alcolici in locali pubblici. La polizia municipale avviò l’indagine che portò a individuare i due locali, entrambi situati nel centro storico intrese, dei quali era stata cliente e che le avevano offerto superalcolici benché fosse loro vietato e avessero l’obbligo di verificarne l’età. I locali vennero temporaneamente posti sotto sequestro, poi revocato.
Per questo fatto la Procura ha avviato due distinti fascicoli con l’accusa di lesioni e somministrazione di bevande alcoliche ai minori. Entrambi, accorpati, sono in discussione davanti al giudice di pace Elisabetta Ferrario, con quattro imputati: i due titolari dei bar in questione e coloro che, all’interno di essi, furono fisicamente i somministratori.
Nell’udienza di ieri ha testimoniato la mamma dell’adolescente, oggi sedicenne, riferendo che non può presenziare. Il giudice di pace l’ha comunque citata alla data in cui è stato aggiornato il procedimento e, se non avrà una giustificazione medica, sarà disposto l’accompagnamento coattivo, cioè con la forza pubblica.