VERBANIA - 05-09-2023 -- Un altro breve rinvio per capire se può intervenire l’assicurazione. Il gup Mauro D’Urso ha aggiornato il procedimento penale per omicidio colposo a carico degli imprenditori edili Fabrizio e Alessandro Garzoli. Padre e figlio, di 60 e 30 anni, secondo la Procura di Verbania sono i responsabili della morte di Gaetano Scuto, il 62enne artigiano che l’11 ottobre del 2021 morì precipitando dal tetto d’un capannone di via Brignola a Mergozzo.
All’arrivo dei soccorritori nell’ex laboratorio lapideo preso in affitto dall’impresa dei Garzoli, il corpo del verbanese fu trovato a terra, privo di vita. Secondo le prime ricostruzioni di inquirenti e Spresal, era caduto da solo da un lucernario, procurandosi traumi mortali alla testa e all’emitorace. Successivamente, però, emerse un’altra versione, secondo la quale non era solo al momento dell’infortunio e che, insieme a due operai, era salito sul tetto per effettuare alcune manutenzioni concordate in quello stabile che lui utilizzava parzialmente come deposito per alcuni effetti personali e nel quale si svolgeva attività di rimessaggio camper di cui era una sorta di referente.
Secondo l’accusa, quindi, non agì da solo ma con l’autorizzazione degli affittuari, che sarebbero quindi responsabili della violazione delle norme di sicurezza in violazione delle quali è accaduto l’infortunio sul lavoro.
I Garzoli sono difesi dagli avvocati Ferdinando Brocca e Paolo Patacconi, che hanno chiesto ancora una volta di rinviare per capire se può intervenire l’assicurazione a risarcire la vedova e i figli di Scuto, costituiti parti civili con l’avvocato Alessandro Corletto.