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CAMBIASCA - 30-08-2023 -- Il no incassato è definitivo, l’Unione l’accetta senza fare ricorso, ma resta convinta delle proprie idee, intende cambiare la proposta e lancia una proposta politica. Ha fatto molto discutere, nei giorni scorsi, la bocciatura con cui l’organo tecnico del Parco nazionale Val Grande ha respinto il progetto Valgrande bike, nel quale i comuni della Valle Intrasca (più Mergozzo) proponevano la creazione di due percorsi per e-bike raccordati al Piancavallone con, sul crinale vicino al rifugio, un’opera di land-art -un gruppo di sculture biodegradabili- a ricordo dei rastrellamenti in Val Grande del 1944. Per l’ente parco l’e-bike è in contrasto con la filosofia wilderness del parco.

Avversata dagli ambientalisti e da diverse associazioni tra cui il Cai Verbano e l’Arci, l’iniziativa è difesa dai proponenti, che se l’erano vista finanziare con 300.000 euro dal Gal Laghi e Monti del Vco. In una conferenza stampa tenutasi ieri al municipio di Cambiasca, i sindaci hanno ripercorso l’iter del progetto, ricordando di averlo modificato dopo un pre-diniego, annunciando che l’iniziativa sarà rivista -probabilmente uscendo dai confini del parco- per cercare di non perdere il finanziamento, e chiedendo un’azione politica affinché la montagna non si chiuda in se stessa e valuti le opportunità anche di carattere turistico.

Il tentativo è stato, ed è, quello di risolvere l'evidente scollamento politico della visione di sviluppo esistente tra i centri urbani e le aree interne, ossia la città e la montagna, attraverso la revisione del paradigma che vede la città laboriosa e la montagna quieta, la città desiderosa di innovarsi e la montagna museo di se stessa – affermano –. Molto probabilmente all'azione non è seguita una perfetta comunicazione social, non avendo l'Unione le risorse economiche che altri Enti molto più grandi e strutturati hanno, e questo ha generato anche una furiosa sollevazione social di alcune associazioni e cittadini che hanno tradotto il loro pensiero in osservazioni scritte indirizzate al Parco Valgrande durante il periodo di pubblicazione del progetto. L'Unione non vuole in nessun modo contestare le legittime osservazioni pervenute, frutto di libere valutazioni personali o associative, né tanto meno il legittimo parere negativo del Parco Nazionale, ma una riflessione circa il futuro della fruizione della fascia contermine dell'area
protetta, anche in previsione del prossimo ampliamento dei confini del Parco, è doverosa”.

Il tema è la fruzione che si vuole di quei luoghi. “Limitarla e ridurne la valorizzazione, anche in termini culturali attraverso allestimenti
artistici, non è forse il preambolo alla perdita della memoria di quei luoghi e al consolidarsi di una sorta di agnosia topografica? E soprattutto: le Comunità, che sono vissute per secoli su questi versanti e che oggi si limitano ad abitarne i centri urbani, possono aspirare ad una futura capacità di gestione del proprio patrimonio naturale, economico e culturale, che fa capo alla loro base territoriale e alla loro stessa esistenza in quanto collettività ?”.

Da qui l’idea degli Stati generali della montagna del Lago Maggiore. “Organizzeremo nei prossimi mesi una serie di incontri in tutto il territorio interessato, finalizzati all’ascolto di tutti gli attori che vivono e lavorano nei territori di montagna dell'entroterra del lago e alla produzione di una sintesi finale di un piano di proposte strategiche per la valorizzazione della montagna” – concludono.

 


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