CANNOBIO - 27-08-2023 -- Sono passati 79 anni dallo scampato eccidio delle tre forche e, oggi come allora, la comunità di Cannobio continua a ricordare quei fatti e a onorare la memoria di chi ha perso la vita. Stamane nel santuario della Santissima Pietà il rettore don Bruno Medina, alla presenza dei fedeli e, per il Comune, dell’assessore Mauro Cavalli, ha celebrato la messa votiva per quella che i cannobiesi ritengono sia stata l’intercessione della Pietà.
La sera del 26 agosto 1944, nell’ultima estate della guerra, alle Quattro strade -nel centro di Cannobio- un drappello di cinque partigiani incontra una ronda di quattro soldati tedeschi, che esplodono i primi colpi di una sparatoria che lascia per terra, morti, tre militari. Il quarto è ferito grave, così come ferito è il partigiano medicato poi in valle. Il presidio di Varese, cui fanno capo i tedeschi, l’indomani manda via lago 50 soldati che, insieme ad altrettanti fascisti, rastrellano circa 300 persone che, schierate sulla terrazza dell’attuale hotel Cannobio, iniziano a pregare e a invocare la santissima Pietà affinché li salvi.
Al podestà Giovanni Reschigna viene dato incarico di far costruire tre forche e di scegliere 40 concittadini da decimare: 37 per fucilazione, 3 per impiccagione. Il podestà cerca di blandire il comandante tedesco, anche offrendogli un milione di lire, ma invano. Sceglie 39 persone e poi, come quarantesimo, si aggiunge egli stesso alla schiera. Ciò cambia i piani nazisti, le esecuzioni vengono annullate e 56 uomini vengono imbarcati e condotti al carcere di Luino. Quattordici sono rilasciati, gli altri 42 mandati ai lavori forzati nei campi della Germania, dai quali sei non fanno più ritorno.
È da allora che, a ogni 27 agosto, la comunità cannobiese, riconoscendo nella scampata esecuzione l’intercessione della Santissima Pietà, e anche per onorare la memoria dei sei morti nei campi di lavoro tedeschi, celebra annualmente questa ricorrenza.