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massimo bocci

VERBANIA - 22-08-2023 -- La definisce una “breve storia triste” e, “un po’ arrabbiato”, ne prende le distanze. Massimo Bocci, ex presidente e commissario del Parco nazionale Val Grande affida ai social network il suo commento sulla bocciatura del progetto Valgrande bike, che avrebbe dovuto creare due percorsi ad anello per mountain bike elettriche con capolinea il Piancavallone e, su quel crinale, l’installazione di nove statue di fattezze umane biodegradabili.

L’iniziativa dell’Unione montana Val Grande e del Lago di Mergozzo è stata bocciata dall’organo tecnico del parco, che l’ha ritenuta incompatibile con la filosofia dell’area wilderness più grande d’Europa. “Personalmente trovo questa scelta un grave errore – commenta –. La localizzazione non mi piaceva (e non mi piacevano molto nemmeno le statue) ma le mediazioni si possono trovare”. “Il percorso delle e-bike è francamente il no che trovo più incomprensibile. Leggo su articoli della stampa locale che il consiglio direttivo si sia astenuto da considerazioni di ordine politico ed allora mi domando cosa stanno li a fare organismi politici (presidente, giunta, consiglio) se poi non prendono decisioni politiche? Perché di politica si tratta, cioè di decidere se muoversi in bicicletta oppure no è ambientalmente sostenibile se la risposta è no cosa ce ne faremo delle 100 e più biciclette già finanziate? Si tratta cioè di decidere se la fruizione lenta dei nostri territori sia o meno una opportunità. (…) Allora le mediazioni si sarebbero certamente trovate senza arrivare a dire no, ma questo è un compito della politica che è il vero assente di tutta questa vicenda. Qualcuno poi dovrà spiegare alle comunità -una per tutte quella di Caprezzo- che hanno scommesso sul Parco come opportunità per crescere trovando le mediazioni tra conservazione sviluppo”.

In realtà la bocciatura non ha nulla a che vedere con la politica. Il progetto non ha superato la procedura di Vinca, Valutazione di incidenza ambientale, prevista per legge. I tecnici del parco -e le numerose associazioni che si sono opposte, dal Cai Verbano sezione Intra all’Arci- hanno mosso diversi rilievi, e non solo sulle statue biodegradabili (non era chiaro quali sostanze si sarebbero disperse nel terreno), ma soprattutto sui tracciati per e-bike. Dopo un primo no preliminare, i proponenti hanno presentato una loro osservazione, successivamente respinta. Al diniego hanno comunque la possibilità di opporsi al Tar.

La valutazione di incidenza è indipendente – commenta l’attuale presidente, Luigi Spadone – e la fanno i tecnici. La politica non può e non deve intromettersi. Se anche avessimo portato il progetto in giunta o nel consiglio della comunità del parco e l’avessimo approvato all’unanimità, non sarebbe cambiato nulla”.

Ciò che di politico manca, e su questo c’è condivisione, è il Piano del parco, un documento di indirizzo indispensabile per definire l’utilizzo del territorio che nessun presidente dalla fondazione, nel 1992, ha mai adottato. “È una priorità che intendo affrontare subito – conclude Spadone –. Sono in carica da un anno e attendo la nomina del direttore per partire con questo lavoro che si farà in condivisione con tutti i soggetti interessati, comprese le associazioni ambientaliste”.

 


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