STRESA - 19-08-2023 -- Non serve una nuova perizia sul porto di Stresa. Più di quattro anni sono passati dalla primavera del 2019 quando, alla vigilia dell’apertura del porto la cui progettazione è partita più di venti anni fa, condizioni meteo di vento anomalo provocarono il distacco di alcuni ormeggi, facendo scattare l’allarme. In quel periodo, sulla fine del mandato del sindaco Giuseppe Bottini, tutto s’arrestò e venne dato incarico al Politecnico di simulare in laboratorio vento, moto ondoso e condizioni del bacino per capire se e quali interventi fossero necessari. Dopo quella perizia, le cui conclusioni sono pervenute alla giunta di Marcella Severino, subentrata a settembre 2020, più nulla s’è saputo di ufficiale, almeno sino all’ultimo Consiglio comunale quando il primo cittadino, rispondendo a un’interpellanza della minoranza di Grande Stresa, ha rivelato d’aver di recente incontrato il progettista, un ingegnere di Verbania.

“Secondo lui – ha detto – non è necessario un secondo studio e si è in grado di progettare gli interventi risolutivi per il completamento. Naturalmente gli abbiamo chiesto di mettere tutto nero su bianco, in modo che sia ufficiale”.

Quella del porto è una storia lunga, intricata e… costosa. La scelta del sito e il progetto prendono forma a inizio anni Duemila, quando il sindaco è il leghista Giorgio Diverio (Severino è assessore). Nel 2002 si apre il cantiere. Importo previsto: 2,2 milioni. Ma emergono subito problemi. La progettazione non tiene conto di profondità e consistenza del fondale e, tra una variante e l’altra, mentre s’avvicendano altri sindaci (Canio di Milia dal 2005 al 2015, Giuseppe Bottini dal 2015 al 2020) il costo lievita oltre i 7,2 milioni.

Quando tutto pare pronto, nel marzo del 2020 la burrasca rivela altri problemi che lo studio del Politecnico di Torino individua suggerendo un intervento che si stima possa costare 600.000 ma che, finora, non è mai stato progettato o confermato.