VERBANIA - 20-07-2023 -- Ha scelto il rito abbreviato, condizionato all’acquisizionedel video -da lui girato- che riprende i carabinieri (non quelli che ha accusato) poco prima che utilizzino il taser per immobilizzarlo il 30enne egiziano a processo per i fatti dell’11 aprile.

Quella sera il giovane, da anni residente a Verbania, era passeggero di una Cupra che, condotta da un amico, si schiantò sul cancello d’un condominio di via Rosmini a Intra. Dopo l’impatto, dolorante per le contusioni e in stato alterato, ai carabinieri della stazione di Premeno giunti sul posto, rispose con aggressività, rifiutandosi di fornire la propria identità, colpendoli prima di cercare di andarsene, quando i colleghi del Radiomobile lo immobilizzarono e l’arrestarono.

Resistenza, lesioni aggravate (i due militari sono costituiti parte civile con l’avvocato Beniamino Ricca) e rifiuto di fornire le proprie generalità sono i reati contestati in questo procedimento. Ne è aperto un altro, parallelo, perché, all’atto della convalida dell’arresto, il 30enne disse in aula d’essere stato picchiato dai carabinieri, circostanza che non suffragata dai primi rilievi ha portato la Procura a indagarlo per calunnia.

Oggi, alla presenza delle parti, è stato visionato il filmato girato dall’imputato con lo smartphone nel quale sono inquadrati i due militari del Radiomobile che gli intimano di identificarsi e di calmarsi prima di bloccarlo col taser. Il pm Anna Maria Rossi ha chiesto che fossero sentiti a controprova i militari ripresi, suscitando la contrarietà del difensore, avvocato Emanuele Occhipinti di Siracusa. Terminata la visione il procedimento è stato aggiornato per discussione al 6 settembre.