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lago maggiore

CAMERI -20-07-2023 -- Sono stati presentati recentemente a VIlla Picchetta a Cameri, i risultati del progetto "ParchiVerbanoTicino" dopo 4 anni di studi e ricerche sugli ecosistemi di riva del Lago Maggiore e sul fiume Ticino sublacuale.


Lo studio è stato finanziato tramite i fondi per lo sviluppo regionale Interreg Italia-Svizzera, il Cantone Ticino (Ufficio dei corsi d’acqua e Ufficio della protezione della natura e del paesaggio del Dipartimento del Territorio) e la Confederazione svizzera.

Il progetto si è posto l’obiettivo di migliorare la gestione della risorsa idrica nel sistema Verbano/Ticino in ottica ambientale, tramite la valutazione degli effetti della regolazione dei livelli del Lago Maggiore sugli ecosistemi naturali. Esso ha rappresentato una preziosa occasione di confronto tra i numerosi soggetti con competenze diverse sul territorio, che hanno cooperato per un sistema di regolazione efficiente e sostenibile del Lago Maggiore e, di conseguenza, delle portate del fiume Ticino più a valle.

Sono stati eseguiti analisi e rilievi nelle aree naturali protette del Lago Maggiore (Bolle di Magadino, Foce della Maggia, Fondotoce, Dormelletto, Bozza Monvalle, Sabbie d’oro, Angera e Sesto Calende) e sul fiume Ticino sublacuale nel periodo 2019-2023, esaminando diversi gruppi tassonomici animali (uccelli, pesci, invertebrati) e vegetali.
La verifica degli effetti dell’innalzamento primaverile-estivo della soglia massima di regolazione (25 cm in più rispetto alla soglia in vigore dal 1943) è stata al centro delle analisi.
Dai risultati emerge come un innalzamento prolungato dei livelli idrici, in particolare nel periodo inizio-primaverile, costituisca un fattore critico per la rigenerazione del canneto e il mantenimento delle sue attuali superfici lungo le sponde del lago, andando ad inficiare il suo valore di habitat come sito di sosta per l’avifauna migratrice. In questo contesto, l’eventualità di aumentare la soglia massima di regolazione di ulteriori 25 cm, in particolare nei mesi di marzo e aprile, andrebbe ad accentuare le criticità evidenziate, con il rischio di compromettere gli obiettivi di conservazione delle aree protette lacuali.

A causa della complessità dei fattori che influenzano gli equilibri degli ecosistemi fluviali, non è stato possibile indagare in modo diretto gli effetti della regolazione dei livelli del Lago Maggiore sul fiume Ticino sublacuale. Dal punto di vista ambientale, se da un lato l’innalzamento dei livelli del lago causa interferenze con gli habitat perilacuali (con particolare riferimento al canneto), dall’altro può essere garanzia di maggiori disponibilità idriche per l’ecosistema fluviale nei periodi più siccitosi durante i quali gli habitat fluviali possono subire effetti drammatici, a causa di portate ridotte per lunghi periodi, come ad esempio nel 2022.

Per il fiume Ticino a valle della diga di Sesto Calende emerge che il rispetto dei valori del Deflusso Minimo Vitale è prioritario per il mantenimento di buone condizioni delle cenosi fluviali e che valori di portata superiori, insieme a un regime idrologico il più possibile naturale, possono garantire una migliore qualità degli ecosistemi fluviali, una maggiore capacità autodepurativa, la connessione con i rami laterali del fiume e la conservazione degli habitat forestali perifluviali.

Un sistema maggiormente flessibile della gestione delle soglie massime del lago, in particolare nel periodo 1° marzo - 30 aprile, garantirebbe la rigenerazione dei canneti lacustri evitando la sommersione delle cannucce in fase di crescita. La possibilità di espansione dei canneti verso terra è un’altra strategia da valutare che merita approfondimenti.

 

 

 

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