VERBANIA - 18-07-2023 -- In aula non c’era, ma i suoi avvocati hanno portato, a suo nome, i due assegni da 107.500 e 30.000 euro senza i quali non avrebbe potuto patteggiare. Il primo è andato allo Stato, il secondo alla protezione civile provinciale e chiudono il procedimento penale per corruzione e peculato che ha interessato l’ex presidente della protezione civile del Vco Stefano Barassi. Cinquantaquattro anni, residente a Baveno, manager per una multinazionale della ristorazione collettiva, è stato per quasi vent’anni il dominus -come l’ha definito la Procura- del consorzio degli enti assistenziali Vco emergenza con sede a Gravellona Toce e che comprende la Croce Verde di Gravellona, e i Corpi volontari del soccorso si San Maurizio d’Opaglio, Ornavasso e Villadossola.
Nel 2020, quando ha lasciato gli incarichi e gli sono succeduti altri, sono emerse una serie di irregolarità contabili che, denunciate alla Procura di Verbania, si sono tradotte nelle accuse di peculato e di corruzione. Avrebbe infatti sottratto denaro per fini personali e per società a lui riconducibili per circa 30.000 euro, mettendo a carico della Protezione civile fittizie riparazioni di un’imbarcazione dietro le quali ci sarebbe il parziale acquisto di un motoscafo Nautique G20. E si sarebbe fatto pagare una tangente da 107.960 euro (90.000 più Iva) per dare a una società di Baveno -il cui legale è a giudizio in un procedimento connesso- appalti per la gestione dei ponti radio d’emergenza per un importo di 385.000 euro.
Chiuse le indagini e dopo che la Procura ha ridotto le accuse, chiedendo l’archiviazione per alcuni capi di imputazione, ha scelto di patteggiare, concordando una pena mite rispetto ai massimi edittali: due anni senza pene accessorie. Per poter concludere il patteggiamento, però, ha dovuto risarcire il danno e, oggi, ha consegnato il denaro contestato.
La vicenda potrebbe avere strascichi sul piano civile, con richieste di risarcimento danni degli enti considerati parte offesa del peculato.