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tribunale 16

VERBANIA - 17-07-2023 -- Macabro, di cattivo gusto, ma non minaccioso. Non ha rilevanza penale il “regalo” che una 49enne verbanese fece, nel 2021, alla sorella minore. Tra le due donne i rapporti sono pessimi, anche e soprattutto per via di pendenze economiche che si trascinano da tempo. Lei, che reclama dalla sorella una certa somma, le fece recapitare a domicilio, tramite una terza persona, un mazzo di rose nere con allegato un biglietto non certo benaugurante. All’interno, infatti, vi era l’immagine di una bara con la scritta “adesso tocca a te”.

Sporse denuncia e la Procura aprì un fascicolo con l’ipotesi di minaccia grave. Le indagini non permisero di identificare la persona che aveva fatto da postino. Quando il figlio della destinataria delle rose sentì suonare il campanello, lasciò la postazione in cui stava giocando alla Playstation per andare a vedere chi avesse suonato, senza distinguere alcuno dallo spioncino. Notò distrattamente, dalla finestra, una persona che si allontanava. Quando, più tardi, la madre rincasò, trovò all’uscio il mazzo di fiori e il relativo biglietto. Fu la stessa sospettata, sentita dai carabinieri, a confessare di essere colei che aveva acquistato le rose e scritto il biglietto.

Rinviata a giudizio, la 49enne è stata assolta. Il giudice Ines Carabetta ha accolto la tesi della difesa, sostenuta dall’avvocato Gabriele Pipicelli, secondo cui il biglietto era ingiurioso ma non minaccioso.

 

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