ROMA – 30.01.2016 – La “morte” finanziaria
delle Province piemontesi non è eutanasia, ma un comportamento anticostituzionale della Regione. Arriva da Roma, e è autorevole quanto l’organismo che l’ha pronunciata (la Corte Costituzionale), la sentenza che dà ragione alle doglianze di quegli amministratori provinciali che da anni si lamentano dei pesanti tagli imposti dall’alto e che hanno mandato o stanno mandando gli enti in dissesto. Contro la Finanziaria 2014 della Regione (giunta Cota) e l’assestamento di dicembre (giunta Chiamparino) avevano ricorso al Tar del Piemonte le Province di Novara e Asti. Lamentavano i tagli ingiustificati per le cosiddette funzioni delegate e ritenevano illegittimo che gli fossero state sottratte le risorse anche per garantire gli stipendi del personale. Il Tar ha chiesto un parere di legittimità alla Consulta, che s’è espressa ieri bocciando la Regione e dichiarando l’incostituzionalità di quelle leggi.
La vicenda si può riassumere così. Il titolo V della Costituzione affida alle Regioni alcune funzioni amministrative, con la facoltà delle Regioni di dirottarle alle Province. La delega comporta onori e oneri, cioè deve essere accompagnata da adeguata dotazione finanziaria. Per fare un esempio concreto: il governo lascia gestire la formazione professionale e i Centri per l’impiego alle Regioni. Il Piemonte è una Regione che ha scelto di delegare le Province, che hanno assunto il personale, preso in affitto sedi, pagato servizi, svolto una certa attività con determinati costi. Se per questa gestione delegata si spende ipoteticamente 100, la Regione deve garantire 100 alla Provincia. Dai tempi della spending review di Mario Monti, invece, i tagli sono andati in crescendo e a cascata: da Roma a Torino e da Torino alle Province. Ma i tagli – così stabilisce la Consulta – non possono essere arbitrari e intaccare i servizi. Da qui la dichiarazione di incostituzionalità che il Tar farà propria nel decidere sui ricorsi pendenti.
Per dare l’idea delle cifre: nel 2010 e nel 2011 le risorse per le funzioni delegate stanziate dalla Regione Piemonte ammontavano a 60 milioni, ridotte del 33,33% nel 2012, del 65,89% nel 2013 e dell’82% (poi corretto a 65,62%) nel 2014.
Il futuro delle Province è segnato e, se passerà la riforma, spariranno anche dalla Costituzione. Pronunciamenti e sentenze saranno dimenticati ma serviranno almeno per dire che la morte di questi enti non è stata un’eutanasia, ma un omicidio avvenuto per inedia finanziaria.