VERBANIA - 08-07-2023 -- “C’era un clima di conflittualità reciproca, ci sono stati anche insulti, ma mai stalking”. È più di una lite di vicinato quella che mette una di fronte all’altra due famiglie di Ghiffa, una delle quali è a processo per atti persecutori. Marito e moglie sono accusati di aver ecceduto in insulti, minacce e provocazioni verso la coppia dei confinanti e -solo lei- anche di aver minacciato di investire la figlia in auto, o di aver -solo lui- finto di sparare con un fucile giocattolo ad aria compressa. “Non è vero” – ha ribattuto l’imputata, che nel testimoniare ha ricostruito i rapporti con i vicini, peggiorati per motivi futili, come il luogo in cui vengono stesi i panni. “Non mi sono mai piaciuti” – ha aggiunto il marito, che non ha nascosto l’inimicizia ma che, al pari della moglie, chiede a pm e giudice di inquadrare quei fatti (la musica ad alto volume mentre ci sono ospiti nella casa di fianco, l’aglio messo alla porta, la scritta “vade retro” quasi i vicini fossero satanisti) nel contesto in cui sono avvenuti.
Il processo va avanti da molto tempo e ha visto alternarsi il giudice. In una precedente udienza le parti avevano litigato in corridoio, fuori dall’aula. Gli imputati sospettavano che i testimoni si parlassero e hanno cercato di girare i video, il marito della coppia costituita parte civile s’è intromesso e, dopo attimi di concitazione, tutto è finito con l’intervento delle forze dell’ordine. Il pm ha acquisito i video della videosorveglianza del tribunale, depositando i filmati nel fascicolo.