VERBANIA - 03-07-2023 -- Aveva messo in vendita su marketplace di Facebook e su subito.it un divano e una poltrona che a casa non le servivano più. E, a nemmeno un giorno dalla pubblicazione degli annunci, aveva ricevuto la telefonata di una certa signora Anna che si diceva interessata. Paghi con un bonifico – aveva detto la venditrice, una donna residente in Ossola –, ricevendo come risposta un’opportunità. La signora Anna aveva raccontato di lavorare alle Poste e di essere in grado di abilitarla a un sistema di pagamento tramite carta di credito che avrebbe accelerato l’affare. In realtà la stava ingannando per indurla a cadere nella truffa “al contrario”, quella in cui si induce chi vende, convinto di ricevere il denaro, a effettuare al bancomat una ricarica PostePay.
Nel mese di gennaio 2021 l’ossolana si recò così all’Atm più vicino, dove effettuò sei ricariche da 250 euro una in fila all’altra: quattro su una carta PostePay e due su un’altra. Chi la guidava, via telefono, cioè la sedicente dipendente delle Poste, la convinse che erano state tutte abortite e la truffata se ne accorse solo dopo che, raggiunto il plafond mensile di pagamenti con la carta di credito (1.500 euro), guardò le ricevute e si rese conto che aveva effettuato solo pagamenti: altro che operazioni non andate a buon fine.
Dalla denuncia le indagini sono risalite a due donne residenti nel sud Italia. Una è stata raggiunta da un decreto penale di condanna che non ha opposto, l’altra -residente in Calabria- è a processo al tribunale di Verbania.