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STRESA - 30-06-2023 -- Le donazioni di sangue sono frenate dalla mancanza di medici e, soprattutto, di infermieri. La consegna di un apparecchio diagnostico donato dall’Avis di Stresa all’Asl e la contemporanea presenza del direttore generale Chiara Serpieri è stata l’occasione, per gli esponenti dell’associazione dei donatori, per tornare a sollevare un problema che va avanti da anni: l’impossibilità tecnica di raccogliere tutte le donazioni possibili.

Il Vco è, infatti, la più “generosa” delle province del Piemonte che, tramite le sezioni avisine di Domodossola, Verbania, Omegna e Stresa, non solo garantisce il fabbisogno di sangue per il territorio di competenza, ma è anche in grado di produrne di più per aiutare le zone che hanno maggiore difficoltà. Una radicata cultura della donazione ha portato i numeri dei donatori a crescere costantemente. Ciò che manca è il supporto ai centri trasfusionali (in particolare a quelli di Verbania e di Domo), il personale messo a disposizione dell’Asl per i prelievi. La carenza è nei medici -ma Avis è disponibile a fornire propri volontari- e negli infermieri, che obbligatoriamente assistono alle donazioni, contingentate all’orario di apertura del centro trasfusionale.

Dobbiamo rifiutare le donazioni – hanno spiegato i consiglieri regionali Enzo Tonna e Luca Castelnovo e il presidente di Stresa Gianni Pessina –. Cerchiamo una soluzione per ampliare gli orari e accrescere le donazioni: così rischiamo di perdere donatori e di accentuare le carenze. Se pensiamo che il 20% del plasma in Italia è importato dall’estero...”.

Serpieri, che non era informata della questione, ha promesso che aprirà un tavolo di confronto per risolvere il problema e garantire il numero massimo di donazioni possibili: “sarebbe un peccato” - ha concluso.

 


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